la "polemica" o meglio dire “la dialettica” intesa come confronto proficuo tra posizioni diverse, è il fulcro della democrazia e ben venga che sia presente nel nostro sodalizio sportivo.
Per approdare a una plausibile conclusione circa le argomentazioni che hai prodotto nel tuo commento alla News del 1° Aprile, ritengo opportuno sottolineare che è di fondamentale importanza inquadrare la situazione in campo, individuando le caratteristiche della nostra Società sportiva.
Il comune interesse verso uno stesso soggetto (leggi ciclismo), che sfocia poi nella creazione di un sodalizio umano per condividerne il piacere ed esaltarne, con la forza dei partecipanti, le finalità positive, non può prescindere in nessun caso dalla definizione di linee guida, di obiettivi, di strumenti, di ruoli e responsabilità, costitutivi del PROGRAMMA che ciascun membro del gruppo deve conoscere, condividere e rispettare.
Identiche finalità, sono contenute nello STATUTO, sottoscritto individualmente ed in modo personalizzato anche dalla ASD Velo Club Adelfia, come contratto vincolante tra le Società Ciclistiche e la Federazione Ciclistica Italiana, che individua una serie di norme circa la struttura, le funzioni, e le responsabilità dei membri costituenti.
Spesso accade, da parte dell'atleta, che il tesserarsi ad una Società sportiva prescinda dalla doverosa presa d’atto dello STATUTO esistente tra Società e FCI.
Spesso accade che il Consiglio della Società, nell’ambito delle sue prerogative, non abbia diffuso se non addirittura prodotto, in modo chiaro ed inequivocabile quello che in precedenza ho definito il PROGRAMMA della Società sportiva.
In mancanza di questi capisaldi normativi, lo sbandamento è inevitabile, si fa di tutto e di più in modo scoordinato e talvolta contravvenendo ai vincoli statutari.
In tema di “ONORE”, dopo quanto esposto, ti invito ad un esame di coscienza e ad individuare altrove i traditori dei “Valori Associativi della Polisportiva”.
Pino Schirone
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